Ciao Sara, benvenuta su NeroGroviglio.

Grazie a voi per il gentile invito.

Prima di tutto ti andrebbe di raccontarci un po’ chi sei nel privato, prima di essere una scrittrice? 

Insegno da più di vent’anni in un istituto tecnico di Brescia, una piccola città immersa nella Pianura Padana. Ho una figlia di sedici anni quindi mi trovo a vivere questa fase dell’età da entrambe le barricate, sia da mamma che da “prof”, con tutti i pro e i contro. Le mie giornate si snodano tra le lezioni in classe, le riunioni pomeridiane con i colleghi e gli incontri anche fuori dall’istituto con i miei studenti. Perché per essere insegnante non basta saper far nascere competenze, è necessario “esserci” ogni volta che uno dei tuoi alunni ne ha bisogno, aiutarli a crescere e sostenerli nei momenti difficili. A casa mi chiamano “la donna con il trolley” perché appena posso vado a tutti gli eventi letterari sparsi per l’Italia e “mi infilo” a tutte le gite scolastiche.

Qual è stata l’ispirazione che ti ha spinto a diventare scrittrice?

Da piccola guardavo sempre in tv la mia eroina, Jessica Fletcher, la protagonista della fortunata serie “La signora in giallo”, un’insegnante in pensione e scrittrice di gialli che girava il mondo per promuovere i suoi romanzi crime. Il suo acume e la sua immagine di donna indipendente mi hanno spinta a voler essere come lei. Al momento non sto ancora girando il mondo per promuovere i miei romanzi, ma ci sto lavorando… ahahahaha.

Quali invece sono state le tue influenze letterarie? 

Naturalmente ho letto e amato tutti i grandi autori thriller americani e nord europei, ma il mio scrittore preferito rimane lo sceneggiatore americano Seth Adam Smith, autore di “Il cacciatore di vampiri”, una storia a metà tra il fantasy e lo storico. Se avessi più tempo mi piacerebbe spaziare tra i vari generi letterari, ma purtroppo il tempo è quello che è quindi preferisco dedicarmi alla lettura di thriller storici e contemporanei che possano ispirarmi. 

Qual è il tuo processo creativo quando scrivi qualcosa di nuovo?  

In realtà non ne ho uno. Scrivo di pancia, quando l’ispirazione chiama. Tuttavia, prima di battere a pc la prima riga di un nuovo romanzo ci sono ore, mesi, di lavoro sulla ricerca storica e quaderni pieni di appunti. Ho la fortuna in casa di avere il mio spazio personale dove poter scrivere in tranquillità e questo mi permette di isolarmi per potermi concentrare.

Ti va di parlarci dei tuoi libri?

Quando ho iniziato a scrivere, ormai più di dieci anni fa, sono partita da tutt’altro genere, l’urban fantasy. Non rinnego nulla, è stata la mia palestra di scrittura, ma è nel thriller storico che da molto tempo mi riconosco di più. L’anello di passaggio da un genere all’altro e il vero ingresso nel mondo dell’editoria è avvenuto nel 2015 quando ho scritto “La regina rossa”, un gotico vittoriano ispirato alla vicenda di Anna Bolena e pubblicato da La Corte editore, come quelli a seguire. Volendomi poi cimentare nel thriller ho pensato che scrivere sul killer più famoso di tutti i tempi, Jack lo squartatore, fosse facile… quanto mi sbagliavo! Riuscire a creare una trama originale, che non fosse già stata scritta o vista sul grande schermo, è stata un’impresa difficilissima! Non sapevo da che parte cominciare, ma soprattutto dove andare a parare. Con il tempo però l’idea ha preso forma ed è nata la mia personale visione di quella vicenda. Per quanto riguarda “L’apprendista di Goya” invece devo ammettere che covavo da tempo il desiderio di scrivere qualcosa sul mondo dell’arte. L’ispirazione arrivò durante una gita scolastica con i miei studenti a Madrid e la visita al Museo del Prado dove ho potuto ammirare le opere di Francisco Goya. Seduta lì, sui divanetti in velluto davanti ai suoi quadri, è nata la trama del mio thriller storico. Il cuore pulsante di questa storia, al di là degli omicidi e di una splendida Madrid settecentesca, è il concetto di artista e la finalità dell’arte. Cosa è disposto a fare l’uomo per raggiungere i propri obiettivi? Quali segreti è disposto a nascondere? Fin dove può scendere nell’immoralità per ottenere ciò che più brama? È l’uomo a impadronirsi dell’arte o viceversa? Ma, naturalmente, come in ogni thriller che si rispetti non può mancare il sangue. Quest’ultimo ha oltrepassato i confini italiani approdando in Romania nel 2022 dove è distribuito sul mercato letterario romeno dalla casa editrice Lebada Neagra.

Come scegli i temi e i personaggi dei tuoi scritti? 

Amo il periodo storico che va dal 1700 alla fine del 1800, duecento anni pieni di fascino, a parer mio, che segnano un passaggio importante, un’evoluzione incredibile in termini di progresso scientifico e culturale. Per quanto riguarda i personaggi in realtà io non scelgo nulla, sono loro a scegliere me. Vivono nella mia mente mentre scrivo delle loro avventure e continuano a farlo anche dopo.

C’è un messaggio o un tema principale che cerchi di trasmettere attraverso le tue opere?  

Un messaggio deve esserci sempre per dare valore alle parole che, diversamente, rimangono sterili. Non ne ho uno in particolare, di solito ogni storia mi da l’occasione per affrontare un tema diverso, qualcosa che già è presente nel vissuto dei miei lettori, ma che grazie al mio romanzo può essere eviscerato ulteriormente. Tuttavia, non nascondo che amo affrontare lo studio dell’animo umano nelle sue sfumature oscure e misteriose.

Qual è il rapporto con i tuoi lettori?

Adoro l’incontro fisico con chi ha letto i miei libri. Le presentazioni sono un’occasione imperdibile per avere un feedback diretto e trasparente sul lavoro che ho fatto e per trasmettere la passione che ha alimentato ogni riga che hanno letto. Trovo le recensioni uno strumento utilissimo e fondamentale per uno scrittore per migliorarsi sempre di più. Perché, siamo onesti, non si nasce scrittori. Il talento è innato, ma va coltivato con il lavoro costante e i lettori in questo senso sono una fonte preziosissima.

Qual è stato il momento più significativo della tua carriera di scrittrice?  

Credo che debba ancora arrivare! Ma ho ottime sensazioni per il futuro. Quest’estate ho firmato il mio primo contratto per la grande editoria e il 2025 vedrà l’uscita del mio nuovo thriller storico sotto il marchio Newton Compton editori. Ecco, quando  terrò il mio romanzo stretto tra le mani è realizzerò che è tutto vero, penso che ci saranno emozioni che ricorderò per sempre.

Come riesci a far combaciare il tuo tempo tra la scrittura e gli altri aspetti della tua vita quotidiana? 

Non ne ho idea! A volte mi stupisco io per prima di come riesca a fare tutto però devo dire a volte devo per forza trascurare altri aspetti, come la famiglia o gli amici, per dedicarmi alla scrittura. È come vivere sempre su un’altalena. Mi applico un po’ a tutto, ma a fasi alterne. Infatti, non sono affatto una scrittrice veloce e prolifera. La prima stesura di un romanzo mi richiede almeno un anno. Innanzitutto, sono donna e questo implica una mole di lavoro per la cura della casa e dei figli di cui i miei colleghi uomini non sono investiti e che spesso non viene considerata. È un aspetto che assorbe moltissimo tempo ed energie e ha un peso notevole sull’attività produttiva di una scrittrice.

Quali sono i tuoi obiettivi futuri come scrittrice?  

Spero di riuscire a rimanere nel circuito della grande editoria per lungo tempo e poi, si sa, nei sogni di uno scrittore c’è sempre la speranza di vedere un giorno la propria storia sul grande schermo.

Perché i lettori dovrebbero leggere i tuoi libri?  

Per provare emozioni, scoprire nuovi aspetti di se stessi, allargare i propri orizzonti e arricchirsi come persone (a me succede sempre anche quando scrivo). 

Grazie per essere stata con noi. Buona vita.

Grazie a voi per questa possibilità. É stato un vero piacere