Ciao Paolo, benvenuto su NeroGroviglio.

Prima di tutto ti andrebbe di raccontarci un po’ chi sei nel privato, prima di essere uno scrittore?

Per me non è facile separare la scrittura dal resto della mia vita, perché si tratta di un’attività nata dalla passione come lettore e dai tanti anni trascorsi a studiare letteratura, è una cosa che vivo davvero ogni giorno. A parte il legame con i libri, sono una persona tranquilla, appassionata anche di cinema e musica. Per rilassarmi suono il tin whistle e sogno a occhi aperti le magiche atmosfere irlandesi e britanniche. Quando cammino per strada provo a fare amicizia con ogni gatto che incontro.

Qual è stata l’ispirazione che ti ha spinto a diventare scrittore?

L’amore per la lettura fin dall’infanzia, ma non soltanto quello. Credo si sia trattato più in generale dell’attrazione per il potere delle storie, per le possibilità offerte dal fatto di narrare qualcosa. Ho iniziato a pensare abbastanza presto che ciò avesse a che fare con il senso profondo della presenza umana nel mondo. La scrittura mi è sembrata il modo più vicino alle mie inclinazioni e alle mie capacità per inserirmi in questo contesto.

Quali invece sono sono state le tue influenze letterarie?

Difficile riassumerle in poche parole, sono state davvero numerose e disparate. Sono sempre stato attratto dal fantastico, quindi da leggende, fiabe, racconti mitologici, libri horror, romanzi fantasy e così via. Ho letto anche tanti classici e una buona quantità di poesia, sia durante il percorso che mi ha portato a laurearmi in Lettere sia per interesse personale.

Qual è il tuo processo creativo quando scrivi qualcosa di nuovo? 

Cerco di elaborare l’idea iniziale fino ad avere una trama piuttosto solida e personaggi ben definiti. Durante la stesura poi molte cose vengono aggiunte, tolte o modificate, e questo mi fa piacere perché le sorprese e le nuove idee sono la parte più emozionante della scrittura vera e propria. Tuttavia voglio avere una base stabile prima di partire, non scrivo mai alla cieca. Ho scoperto che se ho le idee abbastanza chiare tantissimi dettagli nascono facilmente e i vari fili finiscono per legarsi bene fra loro.

Ti va di parlarci dei tuoi libri?

Ne ho scritti di diversi tipi, mi piace la varietà e basta guardare le mie ultime pubblicazioni per rendersene conto. L’anno scorso sono uscite una raccolta di racconti fantastici e leggendari “Voci nel vento” (Saga edizioni, 2023) e la nuova edizione di un romanzo urban fantasy “Città delle ombre” (Dz edizioni, 2023), mentre alla fine di maggio è stato messo in vendita il mio libro più recente: “Un anno senza estate” (Nua edizioni, 2024) un romanzo di ispirazione storica dedicato all’incontro tra Percy e Mary Shelley e Lord Byron e alla creazione di “Frankenstein”.

Come scegli i temi e i personaggi dei tuoi scritti?

Dipende dai casi, la prima cosa a colpirmi può essere un personaggio, un’ambientazione, un evento, un tema… La creatività può accendersi in modi differenti e per ragioni diverse. Ci sono storie che nel giro di un paio di mesi vengono elaborate a sufficienza per diventare una vera trama e spingermi a renderle il mio nuovo progetto, mentre altre mi aspettano per anni e cambiano parecchio prima di essere realizzate. Non c’è una regola fissa, posso sentirmi attratto da tutto ciò che, in qualche modo, è fuori dall’ordinario.

C’è un messaggio o un tema principale che cerchi di trasmettere attraverso le tue opere? 

Alcune sono più di intrattenimento, mentre un romanzo profondo come “Un anno senza estate” cerca di parlare di vita, amicizia, amore, fantasia, arte, scrittura… Tuttavia, anche quando lascio molto spazio all’azione e all’avventura, in generale cerco sempre di stimolare qualche riflessione, spesso sull’importanza dell’immaginazione e sul legame tra esseri umani e natura.

Qual è il rapporto con i tuoi lettori?

È bello quando persone sconosciute mi contattano per dirmi che hanno apprezzato uno dei miei libri. È molto emozionante anche quando lo fanno persone che conosco, perché si stringe un tipo di legame particolare. Se vuoi scoprire qualcosa su di me, leggere ciò che scrivo è il modo più veloce ed efficace per farlo, trovi molte cose che richiederebbero anni e anni di amicizia per potersi esprimere. Mi sento molto vicino ai miei lettori.

Qual è stato il momento più significativo della tua carriera di scrittore? 

Ho fatto qualche presentazione, ho parlato dei miei libri in aule scolastiche, ho partecipato a dirette molto interessanti sui social. Sono tutti momenti che mi hanno dato emozioni preziose, anche se forse la mia esperienza più significativa resta la partecipazione alle fiere, soprattutto a quelle importanti a livello nazionale, come il Salone di Torino.

Come riesci a far combaciare il tuo tempo tra la scrittura e gli altri aspetti della tua vita quotidiana? 

Credo che non passi giorno senza che io scriva, rilegga, corregga o inventi qualcosa legato ai miei romanzi. È un processo lungo e articolato, che mette un punto fermo solo quando un libro viene pubblicato e poi comunque continua con gli sforzi per la promozione. La scrittura è un pensiero che mi accompagna sempre, un’attività che non si può staccare dalla mia vita e dalla mia persona. Ovviamente richiede tempo, bisogna sacrificare altre cose.

Hai qualche rituale o abitudine particolare che segui prima di metterti a scrivere? 

Non esattamente. Faccio la prima stesura con carta e penna, quindi tutto ciò di cui ho bisogno è un posto comodo in cui stare seduto e appoggiare il mio quaderno. Per scrivere (e anche per leggere) mi piace il silenzio: più ce n’è e meglio sto. Quindi alla fine il mio rituale consiste solo nello staccarmi il più possibile dal resto del mondo, per immergermi in un’altra realtà.

Quali sono i tuoi obiettivi futuri come scrittore? 

Penso sia giusto sognare in grande e non porsi limiti, ma al tempo stesso rimanere con i piedi per terra e avere consapevolezza degli obiettivi più concreti e immediati. Voglio continuare a scrivere storie che siano emozionanti per me e i miei lettori e cercare modi efficaci per farle conoscere. Se riuscissi a realizzare questi due obiettivi, sarei già felicissimo.

Perché i lettori dovrebbero leggere i tuoi libri? 

Cerco di curare molto la scrittura, ovviamente anche con l’aiuto delle varie persone che si occupano dell’editing, e di offrire storie e personaggi interessanti. Esprimo me stesso ma voglio che anche i lettori trovino qualcosa di emozionante e stimolante. Mi piace pensare ai miei libri come a opere che uniscono l’arte e l’artigianato, che sono fatte con il cuore ma sono anche funzionanti. Li consiglio a chi cerca una lettura che abbia un’anima e sia al tempo stesso piacevole.

Chi è il tuo autore o autrice preferita? 

Non penso di averne uno solo. Da adolescente ho scoperto Edgar Allan Poe e H. P. Lovecraft e sono ancora entusiasta delle loro opere, in campo misterioso e fantastico restano i miei due scrittori preferiti. Sono molto legato a Aldo Palazzeschi, perché le sue poesie giovanili non somigliano a nient’altro e sono state l’oggetto della mia tesi di laurea. Come è facile immaginare pensando a “Un anno senza estate”, anche gli artisti dell’ambito gotico e romantico mi affascinano parecchio.

Qual è il tuo libro preferito?

Anche questa domanda è difficile, forse se dovessi indicarne solo uno direi “Il maestro e Margherita” di Michail Bulgakov, che è davvero un romanzo unico.

Grazie per essere stato con noi. Buona vita.