Ciao Claudia, benvenuta su NeroGroviglio.

Prima di tutto ti andrebbe di raccontarci un po’ chi sei nel privato, prima di essere una scrittrice?

 Dunque, nel privato sono una nonna vivace con molti interessi come lo studio delle lingue straniere e svariati hobby: la pittura, la danza, la botanica, la cucina, la realizzazione di video documentari. Non voglio arrendermi all’età, né ai malanni conseguenti e precedenti.

Qual è stata l’ispirazione che ti ha spinto a diventare scrittrice.

Scrivo storie da sempre, fin dalle elementari, le illustravo e…le impersonavo assumendo più ruoli, nel segreto della mia cameretta.

Quali invece sono state le tue influenze letterarie?

Ho sempre letto moltissimo, da piccola, prima tutti i classici per bambini, il mio preferito era Salgari, ma poi anche Leopardi, cosa che può sembrare strana, se non fosse per il fatto che in casa avevo una biblioteca fornita. Più avanti ho iniziato con la letteratura americana moderna Hemingway e Steinbeck, quindi mi sono innamorata di Conrad, e di più di Edith Wharton. Attualmente adoro Blake Pierce e Fiona Grace. Della Letteratura italiana sono  attratta dal settore saggistica: Biagi, Fallaci.

Qual è il tuo processo creativo quando scrivi qualcosa di nuovo? 

Passo da una esperienza vissuta a una riflessione e da questa a elaborarne una storia. Qualche volta creo una specie di sequel indiretto.

Ti va di parlarci dei tuoi libri?

Spazio in vari generi: storie di vita, gialli, favole per bambini, avventura, mai fantascienza, noir o sentimentali romantici.

Come scegli i temi e i personaggi dei tuoi scritti?

Di solito prendo spunto dalla realtà ma poi la adatto, li adatto a quello che sento di voler comunicare, trasmettere, senza chiuderli in una caratterizzazione macchiettistica o terroristica: il lettore deve potersi identificare senza angoscia ma esercitando senso critico e lo scrittore non deve per forza inventare, mentire, altrimenti fa un salto di genere.

C’è un messaggio o un tema principale che cerchi di trasmettere attraverso le tue opere?

Certamente: il tema della indipendenza, femminile in particolare e della libertà che non varca i limiti di quella altrui, oltre alla uguaglianza universale.

Qual è il rapporto con i tuoi lettori?

Mi piace, quando esprimono apprezzamento, o una non accoglienza, che mi spieghino il perché.

Qual è stato il momento più significativo della tua carriera di scrittrice? 

Quando sulla metro, un uomo seduto accanto a me, ha estratto dalla sua borsa un mio libro e si è messo a leggere. In tempi di cellulari, è già una visione Ho chiesto: “ Comè?” Lui ha scosso la testa “Mi spiace solo che stia per finire”.

Come riesci a far combaciare il tuo tempo tra la scrittura e gli altri aspetti della tua vita quotidiana? 

Dormo pochissimo. E scrivere è una priorità.

Hai qualche rituale o abitudine particolare che segui prima di metterti a scrivere? 

Si: deve essere tutto in ordine intorno a me.

Quali sono i tuoi obiettivi futuri come scrittrice? 

 Sempre maggiore collaborazione con Case Editrici serie, non a pagamento. E conquistare una categoria di lettori non per forza vasta ma consapevole.

Perché i lettori dovrebbero leggere i tuoi libri? 

Perché come disse J. de Santeuil con le mie storie provo a correggere i costumi col ridere. (Castigat ridendo mores)

Chi è il tuo autore o autrice preferita? 

L’ho già detto prima, ma non ho prevenzioni a scoprirne altri.

Qual è il tuo libro preferito?

Difficile dirlo: ne ho molti. Antologia di Spoon river ( E.L. Masters), La luna è tramontata (John Steinbeck), Niente e così sia (Oriana Fallaci), Psicologia di massa del fascismo (Wilhelm Reich).

Grazie per il tempo e l’attenzione Claudia Calisti