Dove le parole prendono vita

Conosciamo Roberto Ricci

Ciao Roberto, benvenuto su NeroGroviglio. 

Prima di tutto ti andrebbe di raccontarci un po’ chi sei nel privato, prima di essere uno scrittore?

Certamente. Ho 62 anni e vivo a Ancona, dove svolgo la professione di parrucchiere. Per questo motivo la stampa mi ha soprannominato “il parrucchiere del brivido”, associando la mia professione principale alla passione per la scrittura noir.

Qual è stata l’ispirazione che ti ha spinto a diventare scrittore?

Ho sempre amato scrivere sin da ragazzino, e un giorno ho deciso di farlo in modo serio partecipando a vari concorsi. 

Quali invece sono sono state le tue influenze letterarie? 

Sicuramente autori come Edgar Allan Poe, Conan Doyle e Clive Barker.

Qual è il tuo processo creativo quando scrivi qualcosa di nuovo?

Scrivendo principalmente dei gialli, inizio sempre dalla fine. Devo avere ben chiaro chi è l’assassino, perché uccide e come verrà scoperto. Stabilito questo, inizio a costruire tutta la storia con i vari personaggi.   

Ti va di parlarci dei tuoi libri?

Certo. Dal 2018 pubblico con Le Mezzelane casa editrice. Con loro ho pubblicato “Nero corvino”, che racchiude i vari racconti e il primo romanzo, precedentemente pubblicati in self. In seguito i romanzi “L’immagine malvagia”, “La bambina delle violette” (divenuto anche un mediometraggio per lo schermo) e il saggio “Cinema assassino”, dedicato al cinema thriller e horror italiano, altra mia grande passione da sempre. Con questo ultimo saggio, ho avuto la grande soddisfazione di arrivare al primo posto dei libri di cinema più venduti.

Come scegli i temi e i personaggi dei tuoi scritti?

Mi vengono naturali nel momento stesso in cui arriva l’idea giusta.  

C’è un messaggio o un tema principale che cerchi di trasmettere attraverso le tue opere?

Messaggi di nessun tipo. Scrivo storie che devono far divertire e soprattutto spaventare il lettore. Per un paio d’ore deve perdersi dentro la storia senza pensare a altro.  

Qual è il rapporto con i tuoi lettori?

Grazie ai social un rapporto molto stretto. Mi scrivono, e io sono sempre contento di instaurare con loro un dialogo. Mi piace quando commentano con me sia in positivo che in negativo, un mio scritto. Poi, è bello conoscerli di persona alle presentazioni.

Qual è stato il momento più significativo della tua carriera di scrittore? 

Sono stati tre: Nel 2012 quando con il racconto thriller “Il cappotto” ho vinto il Festival letterario LuccAutori. Da lì è partito tutto. Poi, nel 2018 quando ho iniziato a pubblicare con una casa editrice. Infine nel 2019, quando il regista Pierfrancesco Campanella ha realizzato il cortometraggio “La goccia maledetta” tratto dal mio racconto “La goccia”. Essendo Campanella un regista assai noto tra gli appassionati del thriller italiano avendo diretto nomi come Franco Nero, Alida Valli, Florinda Bolkan e Dalila Di Lazzaro tanto per citarne alcuni, collaborare con lui mi ha portato a una buona notorietà. 

Come riesci a far combaciare il tuo tempo tra la scrittura e gli altri aspetti della tua vita quotidiana?

Io scrivo principalmente la sera e nei giorni di riposo dal lavoro. La domenica e il lunedì.   

Hai qualche rituale o abitudine particolare che segui prima di metterti a scrivere?

Nessun rituale. In genere amo scrivere con un sottofondo musicale. Non canzonette, ma colonne sonore tratte da film thriller e horror ovviamente.  

Quali sono i tuoi obiettivi futuri come scrittore?

A 62 anni non mi aspetto certo di diventare un nuovo Stephen King o Donato Carrisi. Spero di mantenere (e magari aumentare) il numero dei lettori che mi leggono e mi seguono. Scrivere è bello, ma ancora più bello è sapere che qualcuno ti legge. Ho due nuovi libri in uscita. Un secondo saggio cinematografico dal titolo “Flani insanguinati” e un nuovo romanzo dal titolo “Il nascondiglio della tigre”. Questo romanzo racchiude la trilogia cinematografica della “tigre”, soprannome dato a un feroce serial killer. Su YouTube è visibile il primo: “La tigre veste di nero”. Tra un mese circa uscirà il secondo “La tigre veste di rosso”, e la saga si concluderà con “La tigre veste di giallo”. Nero, rosso e giallo, i colori che rappresentano il mondo della paura.    

Perché i lettori dovrebbero leggere i tuoi libri?

Devono leggerli se amano le emozioni forti e scoprire l’identità dell’assassino solo nelle ultime pagine.  

Chi è il tuo autore o autrice preferita?

Clive Barker e Maxime Chattam. In Italia mi piacciono molto Stefano Tura e Enrico Luceri. Amo molto anche Barbara Baraldi e Cristiana Astori.  

Qual è il tuo libro preferito?

Domanda difficile. Ne ho tanti. Se devo dirne uno solo ti rispondo “Misery” di Stephen King. 

Grazie per essere stato con noi. Buona vita.

1 commento

  1. lorena gerini

    complimenti al Parrucchiere del Brivido, alias Roberto Ricci,
    per le sue avvincenti ed originali narrazioni,
    che tengono con il fiato sospeso fino all’ultima pagina.
    Non vedo l’ora di vedere il medio metraggio la “Tigre veste di rosso”,
    dato che ho già amato la “Tigre veste di nero”
    ed attenderò con trepidazione la conclusione della trilogia con la “Tigre veste di giallo”.

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