Ciao Elaine, benvenuta su NeroGroviglio.
Prima di tutto ti andrebbe di raccontarci un po’ chi sei nel privato, prima di essere una scrittrice?
Millenial, romana adottata da Milano dai tempi dell’università, lavoro in una multinazionale che costruisce impianti rinnovabili, per quanto mi senta un’antropologa mancata. Pubblico i miei libri sotto pseudonimo, perché per ora mi sento più a mio agio a tenere le mie due vite separate. Le persone che mi conoscono personalmente che sanno che scrivo si contano sulle dita di una mano!
Qual è stata l’ispirazione che ti ha spinto a diventare scrittrice.
Senza alcuna ombra di dubbio la lettura. Nel momento stesso in cui mi sono innamorata della lettura ho cominciato a pensare che anche io, un giorno, avrei voluto raccontare le storie che mi frullavano per la testa.
Quali invece sono state le tue influenze letterarie?
In primis i libri che ho letto da bambina, soprattutto le “favole” di Bianca Pitzorno. Poi sono passata ai classici. Alcuni autori che adoro sono Gabriel García Márquez, Asimov e Kafka. Non posso non menzionare Harry Potter, con tutti i suoi difetti la saga della Rowling mi ha fatto sognare come poche altre ed è stata una grande ispirazione.
Qual è il tuo processo creativo quando scrivi qualcosa di nuovo?
Di solito lascio fermentare l’idea per mesi, e solo quando sono abbastanza affezionata e convinta di riuscire a scrivere la storia in questione allora butto giù le descrizioni dei personaggi e una scaletta, all’inizio molto vaga. Parto sempre dai personaggi, perché per me sono il cuore di una storia.
Ti va di parlarci dei tuoi libri?
Ad oggi ho scritto per intero una dilogia fantasy (“L’ultimo dei Draghi” e “Il primo degli Alicanti”), che è disponibile per intero su Wattpad, e un romanzo distopico. La prima, pur avendo il suo più che dignitoso mezzo milione di visualizzazioni, è conosciuta solo da chi è su Wattpad; mentre “Gli Acrobati d’Inverno” è la storia che ho deciso di pubblicare su Amazon e che definirei a tutti gli effetti il mio esordio come autrice. Racconta le vicissitudini di un’ereditiera che fugge da un matrimonio combinato e si ritrova a lavorare nel circo, in mezzo a criminali e gente disperata.
Come scegli i temi e i personaggi dei tuoi scritti?
Voglio che, in bene o in male, i miei personaggi abbiano un percorso. Di solito si tratta di un percorso di crescita, forse perché sono la prima ad aver bisogno di storie che raccontino della possibilità di cambiare vita.
Mi stanno molto a cuore anche i temi sociali. “Gli Acrobati d’Inverno” non è solo la storia di Camelie Venice Lambert, ma è la storia della provincia di Nilemouth e delle tante ingiustizie di un mondo immaginario fondato sulla schiavitù. Un’accusa neanche troppo velata nei confronti della nostra, di società.
C’è un messaggio o un tema principale che cerchi di trasmettere attraverso le tue opere?
Non saprei individuare un tema principale, ma sicuramente ci sono alcuni temi ricorrenti: il sentirsi in trappola, la ricerca di una famiglia elettiva, l’accettazione di chi è diverso da noi…
Qual è il rapporto con i tuoi lettori?
Provo una gratitudine smisurata nei confronti dei miei lettori. Non esagero quando dico che è grazie a loro se scrivo. Per anni ho provato a concludere delle storie senza riuscirci; solo quando ho iniziato a scrivere per qualcuno, su Wattpad, sono riuscita a trovare la motivazione necessaria a portare a termine la mia prima opera. Salvo tutti i messaggi di incoraggiamento che ricevo e vorrei ripagare i miei lettori con storie sempre più belle.
Qual è stato il momento più significativo della tua carriera di scrittrice?
Quando, alla fine, mi sono decisa a pubblicare la mia storia su Amazon. Un conto è essere letta da migliaia di persone su una piattaforma gratuita, un conto è sapere che una buona parte di loro è disposta a spendere per leggere il tuo libro. Quest’anno, per la prima volta, nella mia dichiarazione annuale dei redditi è comparsa la voce “redditi da diritti d’autore” e ora penso di potermi definire a tutti gli effetti una scrittrice.
Come riesci a far combaciare il tuo tempo tra la scrittura e gli altri aspetti della tua vita quotidiana?
Non ci riesco granché bene, purtroppo. Ho un lavoro impegnativo e a volte passo settimane intere senza aprire Scrivener. È un peccato, perché più uno riesce a scrivere con costanza, più rimane nella storia, a stretto contatto con i personaggi, e le pagine si scrivono quasi da sé. Mi aiuta molto lo Smart Working. Da quando posso lavorare quasi sempre da casa, non arrivo alla sera talmente esausta da spegnere il cervello davanti a una serie TV. Continuo comunque a sognare di poter trovare un equilibrio diverso, magari un mestiere che mi lasci più tempo libero per scrivere.
Hai qualche rituale o abitudine particolare che segui prima di metterti a scrivere?
Nessuno. Scrivo a qualsiasi ora del giorno e della notte, e mi è capitato di riuscire a scrivere persino in treno o in aereo, anche se il divano rimane la mia postazione preferita.
Quali sono i tuoi obiettivi futuri come scrittrice?
Vorrei pubblicare in tempi ragionevoli lo spin-off/sequel degli “Acrobati d’Inverno”. Poi c’è il mio fantasy, che continua a ricevere tanto affetto su Wattpad, e che mi piacerebbe portare sugli scaffali dei miei lettori.
Ho tante altre storie che mi frullano per la testa, qualche scaletta abbozzata e persino i primi capitoli di un urban fantasy che muoio dalla voglia di scrivere.
Perché i lettori dovrebbero leggere i tuoi libri?
Non saprei, però alcuni lettori mi hanno detto che leggere le mie storie ha fatto venir loro voglia di scrivere. E penso che non ci sia complimento più bello!
Chi è il tuo autore o autrice preferita?
Gabriel García Márquez, il realismo magico è uno dei miei generi preferiti.
Qual è il tuo libro preferito?
“I miserabili” di Victor Hugo, l’unico libro che mi ha fatto piangere.
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