
Amici lettori, la mia avventura tra le pagine di “Come l’arancio amaro” ha dovuto osservare una temporanea battuta d’arresto. Il motivo? Un’intensa sessione di esami incentrata su un affascinante dialetto e sul suo ricco contenuto. Devo ammettere che, in questo periodo di studio serrato, l’irresistibile fascino dei termini siciliani presenti nel romanzo di Milena Palminteri si è rivelato un piccolo, ma stimolante, ostacolo alla mia concentrazione linguistica.
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