Ciao Antonio, benvenuto su NeroGroviglio.
Prima di tutto ti andrebbe di raccontarci un po’ chi sei nel privato, prima di essere uno scrittore?
Sono un ragazzo udente nato da due genitori sordi dalla nascita. Conosco la lingua dei segni. E coltivo la passione del disegno fin da bambino. Faccio teatro e amo stare all’aria aperta. Ho fatto qualsiasi lavoro, dal più umile al più “sporco”. Come magazziniere, lavapiatti e Asacom con i bambini a scuola e quant’altro.
Qual è stata l’ispirazione che ti ha spinto a diventare scrittore?
Non mi reputo esattamente chi sa quale scrittore. Ma un paio di anni fa, oltre all’amore per il disegno, tutto è iniziato con una raccolta di aforismi che scrivevo in un quaderno. Osservando molto la società attuale e lasciandomi coinvolgere dalle emozioni, non poter far altro che tradurre il tutto in carta e penna.
Quali invece sono state le tue influenze letterarie?
Sono cresciuto con libri di narrativa, favole e romanzi come Pinocchio del grande Collodi, Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll e fumetti della Bonelli editore come Brendon di Claudio Chiaverotti.
Senza dimenticare autori di un certo calibro come Giovanni Verga, Arthur Rimbaud e Charles Baudelaire. Autori che mi hanno sempre ispirato.
Qual è il tuo processo creativo quando scrivi qualcosa di nuovo?
Raccolgo appunti con il tempo, sfruttando qualsiasi pezzo di carta a disposizione. Anche tovaglioli di carta in un bar! Per poi riportare il tutto in un file World e mettere giù rigo per rigo tutto quello che mi frulla nel cervello. Assemblando parole e ispirazioni.
Ti va di parlarci dei tuoi libri?
A distanza di circa dieci anni, ho concluso finalmente il mio primo libro “Il pettirosso di carta”. Un romanzo di avventura “fantasy” ambientato in Sicilia. Tra tanti ripensamenti, dissidi personali, appunti e ricerche, durante la pandemia chiuso in casa, sono riuscito ad aggiungere gli ultimi due capitoli e concludere Il pettirosso di carta.
Come scegli i temi e i personaggi dei tuoi scritti?
Mi baso sulla realtà che mi circonda. Mi capita spesso di soffermarmi sull’insolito: le cose che mi capitano ogni giorno. E anche parlare con sconosciuti, anziani che hanno tanto da raccontare, esplorare vicoletti o luoghi mai visti prima.
C’è un messaggio o un tema principale che cerchi di trasmettere attraverso le tue opere?
Non particolarmente. Non ho mai amato le storie in cui bisogna dare per forza una metafora finale a tutto. Ma dipende dalle circostanze. Nel mio libro ho voluto eliminare gli stereotipi, ma ho lasciato qualche messaggio. E in generale, preferisco trasmettere messaggi basilari, valori importanti che non andrebbero mai trascurati, come la famiglia e l’amore verso ogni cosa.
Qual è il rapporto con i tuoi lettori?
Devo dire che ho avuto un riscontro molto positivo già dalle prime vendite. Persone oneste che attraverso il mio libro, hanno trovato armonia e fiducia nelle mie parole scorrevoli.
Qual è stato il momento più significativo della tua carriera di scrittore?
Non ho coltivato chi sa quale grande esperienza, ma sicuramente è stata la fiducia tra scrittore e lettore. La fiducia, anche empatica a pelle, che si è creata non appena si crea un confronto.
Come riesci a far combaciare il tuo tempo tra la scrittura e gli altri aspetti della tua vita quotidiana?
Non è mai facile far coincidere vari aspetti in generale tra passione e lavoro, ma credo che in un certo senso bisogna farsi amico il tempo (metaforicamente parlando). Trovare una soluzione, come calibrare le ore di lavoro per dare spazio a sé stessi, uscire fuori, raggiungere un parco o stare sotto un albero, o a mare e in montagna. Insomma, qualsiasi luogo che serva da stimolo per poter creare. Non c’è nulla di più importante.
Hai qualche rituale o abitudine particolare che segui prima di metterti a scrivere?
Non esattamente. Ma diciamo che ho bisogno prima di tutto di rilassarmi. Un buon cappuccino e un cornetto, non guasta mai!
Quali sono i tuoi obiettivi futuri come scrittore?
Non pretendo una carriera da scrittore. Perché voglio dare spazio ad altre mie passioni. Ma se dovessi scegliere questa strada, senza voler fare chi sa quale previsione, punterei su poche storie ma buone da raccontare per il pubblico, soprattutto per i più giovani.
Perché i lettori dovrebbero leggere i tuoi libri?
Perché mi piacerebbe trasmettere la mia fantasia, nuovi stimoli. E che in qualche modo, possano emozionarsi con nuove esperienze.
Chi è il tuo autore o autrice preferita?
Non ho un autore fisso preferito, ma mi viene in mente J. K. Rowling.
Qual è il tuo libro preferito?
La vera storia di Capitan Uncino di Pierdomenico Baccalario.
Grazie Antonio per essere stata con noi. Buona vita.
Wow Wow grande Antonio! Sono sicura che i tuoi libri avranno riscontri positivi e soprattutto saranno d’insegnamento a tanti giovani ! Nn è facile trovare ragazzi come te di questi tempi. Vai sii sempre come tu vuoi essere! E continua ad essere come sei