Ciao Lisa, benvenuta su NeroGroviglio.

Prima di tutto ti andrebbe di raccontarci un po’ chi sei nel privato, prima di essere una scrittrice?

Vi racconto di me dando un po’ i numeri: tre lavori, due figli, 48 studenti e un grande amore per la scrittura. Si tratta di un sentimento nato in tempi relativamente recenti, perché quando avevo l’età dei miei alunni scrivere mi terrorizzava. Oggi tento di far capire ai ragazzi che la scrittura non è un mostro che divora, ma un bellissimo mondo in cui immergersi e pubblico romanzi con le case editrici Tre60 e TEA del gruppo GeMS.

Qual è stata l’ispirazione che ti ha spinto a diventare scrittrice.

Per anni ho scritto articoli per un giornale locale, ma nel 2015 ho posto una domanda a me stessa: “Saresti in grado di scrivere un romanzo?”

C’era una storia che avevo in mente da anni, da quando, durante l’Università, facevo la guida all’interno della Rocca Sforzesca di Imola. Riguardava l’epopea di Caterina Sforza e la vita di sua figlia, Bianca Riario, due donne che hanno scritto pagine eccezionali di storia solo in parte conosciute.

Qualche tempo dopo mi sono chiesta se sarei stata in grado di creare un racconto e sono arrivati “Una Luce tra le Bande Nere”, “La signora degli scontrini” e “La rosa del deserto” che hanno vinto i concorsi Verbania for Women, Terra di Guido Cavani e Alberoandronico.

In questi gioco di sfide con me stessa è arrivata poi la domanda: “Riusciresti a uscire dalla tua confort zone fatta di storici?”

Quell’anno, era il 2016, è nato “La morte dipinta”.

Quali invece sono state le tue influenze letterarie?

Da piccola leggevo e rileggevo i romanzi d’avventura di mio padre di Emilio Salgari e Jules Verne.

Dire che sono edizioni vissute è un eufemismo, ma mi hanno fatto adorare la lettura e portato dal Borneo ai Caraibi, dall’oceano alle praterie.

Qual è il tuo processo creativo quando scrivi qualcosa di nuovo? 

Tanta ricerca prima della stesura, utilizzando sia fonti scritte che iconografiche, ma nessuna scaletta ferrea.

In un romanzo amo la suspence e il colpo di scena e mi piace quando, nella stesura, sono folgorata io per prima da un’intuizione di un personaggio o da una trovata a cui non avevo minimamente pensato a inizio giornata.

Ti va di parlarci dei tuoi libri?

La dama dei gelsomini” narra la storia di Caterina Sforza attraverso gli occhi dell’unica figlia femmina, Bianca Riario. Protagonista è anche la pittura, in particolare alcuni quadri di Leonardo da Vinci.

La regina senza corona” è incentrato su Margherita d’Asburgo e sulla scultura.

Con “L’erborista di corte” ci sposta a Napoli e Salerno e ci si immerge nelle gesta di Costanza Calenda, una delle ultime grandi Mulieres Salernitanae.

Infine “La morte dipinta”, un thriller che ha nell’arte il suo fulcro. I delitti compiuti da uno stalker della direttrice del Museo Poldi Pezzoli riproducono sulla scena quadri famosissimi, dalla Calunnia del Botticelli al Narciso di Caravaggio. Starà a lei capire chi si nasconde dietro a questi delitti che vengono considerati arte da una mente malata.

Come scegli i temi e i personaggi dei tuoi scritti?

Amo parlare di donne perché trovo che, soprattutto in campo storico, siano state un po’ trascurate e messe nell’ombra, mentre hanno tanto da raccontare.

Poi adoro inserire nei miei romanzi elementi appartenenti alla pittura, alla scultura e alla medicina, perché mi piacerebbe che i lettori fossero solleticati dai quadri, dalle sculture e dalle ricette di cui parlo, tanto da andarle poi a vedere e da approfondire. Sono mondi estremamente affascinanti.

C’è un messaggio o un tema principale che cerchi di trasmettere attraverso le tue opere?

Sono tanti i temi affrontati nei romanzi. Quello principale è che solo con l’arte e la bellezza e non con la guerra l’uomo e la donna possono conquistarsi l’immortalità.

Ovviamente questo tema ne “La morte dipinta” è stato fortemente distorto da chi sta dietro ai delitti in cui il lettore si imbatterà.

Qual è il rapporto con i tuoi lettori?

Il migliore che si possa avere. Io regalo loro un qualche giorno di svago e di “viaggio” in un altro tempo o in un altro mondo e loro mi ricambiano con riscontri in tanti modi, che aiutano la mia autostima tendenzialmente piuttosto bassa.

A parte gli scherzi, i messaggi – lunghi o corti che siano – o le recensioni sono fonte di grande gioia e soddisfazione.

Qual è stato il momento più significativo della tua carriera di scrittrice? 

L’approdo al gruppo GeMS che conta, oltre alla Tre60, anche case editrici del calibro di Garzanti, Longanesi e Salani.

Altri momenti meravigliosi sono stati la ripubblicazione dei miei libri da parte di TEA, la creazione dell’audiolibro de “La regina senza corona” e l’inserimento de “L’erborista di corte” nella promozione 1+1 dei Bestseller TEA.

Come riesci a far combaciare il tuo tempo tra la scrittura e gli altri aspetti della tua vita quotidiana? 

Ultimamente è difficilissimo. Un tempo utilizzavo le due ore dalle 14 alle 16, quando i miei bambini dormivano, per scrivere, tanto che ero solita dire che i miei libri sono nati dai loro sogni, ma oggi non fanno più il sonnellino pomeridiano e tutto è più complicato. Cerco di trovare il tempo tra le lezioni, la correzione delle verifiche, gli impegni da mamma e quelli da consigliera comunale.

Hai qualche rituale o abitudine particolare che segui prima di metterti a scrivere? 

Sinceramente no. Ho solo bisogno del silenzio per riuscire a entrare in un mondo che è lontanissimo da quello che vivo quotidianamente.

Per gli storici in termini di anni, per il thriller in termini di chilometri e, per fortuna, di esperienze vissute.

Quali sono i tuoi obiettivi futuri come scrittrice? 

Ho tantissimi sogni. Vorrei pubblicare un libro per ragazzi che ho scritto partendo dai desiderata dei miei studenti, vedere i miei romanzi tradotti e poi, il sogno ultimo di ogni scrittore, è vedere i propri personaggi prendere vita sullo schermo. “Impossibile” mi ripeto… ma dicevo lo stesso anche nel 2015 quando iniziai a scrivere il primo romanzo, quindi mai dire mai.

In fondo, la mia citazione preferita è quella del film Imitation Game “A volte sono le persone che nessuno immagina che possano fare certe cose quelle che fanno cose che nessuno può immaginare”

Perché i lettori dovrebbero leggere i tuoi libri? 

Per farsi sorprendere.

Chi è il tuo autore o autrice preferita? 

Ne ho moltissime. Philippa Gregory e Jeanne Kalogridis per quanto riguarda i romanzi storici. Tess Gerritsen e Kathy Reichs per quanto riguarda i thriller.

Qual è il tuo libro preferito?

Anche qui faccio fatica a indicarne uno solo, ma sotto tortura forse direi “Il cavaliere d’inverno”.