Ciao Barbara, benvenuta su NeroGroviglio.
Buongiorno a voi, e ben ritrovate! Grazie per avermi dedicato questo spazio.
Prima di tutto ti andrebbe di raccontarci un po’ chi sei nel privato, prima di essere una scrittrice?
Questa è una bella domanda! Sono… tutte le mie parole (soprattutto, quelle che ancora non ho scritto). Sono un editor, un ghostwriter. Sono una moglie e sono una mamma. Sono un’appassionata dell’Arte in ogni sua forma. Le mie mani non riescono mai a stare ferme: se non sto scrivendo, probabilmente sto disegnando. Se non sto disegnando, ancora più probabilmente sto sfogliando un libro, leggendo, prendendo appunti.
Sono una persona molto curiosa, attenta ai dettagli. Cerco di fare tesoro di ogni esperienza che vivo, per arricchire me stessa… e chissà, magari per manipolarla, un giorno, e trasferirla su carta.
Qual è stata l’ispirazione che ti ha spinto a diventare scrittrice.
Il mio avvicinamento alla scrittura è stato conseguenza diretta del grande amore per la lettura. Ho cominciato a entrare nelle Parole, nel loro significato. A farle a pezzi, a trattarle come parti di un puzzle. A guardare oltre.
Credo che la molla dello scrivere sia proprio questa: la voglia di guardare oltre, di andare oltre, avendo però ben presente un concetto fondamentale, che è quello del divertimento.
Il giorno in cui smetterò di divertirmi a tessere parole e raccontare storie, probabilmente quello sarà il giorno in cui poserò penne e matite.
Quali invece sono state le tue influenze letterarie?
Sono state molteplici e varie. Nel corso degli anni, alcune sono cambiate… altre no.
Gli studi di filologia romanza, all’università, mi hanno portata a innamorarmi della letteratura medioevale, passione che ancora non mi abbandona e dalla quale traggo spunto. L’amore per la Parola e per i suoi giochi è figlio invece di Jorge Luis Borges e di James Joyce.
Qual è il tuo processo creativo quando scrivi qualcosa di nuovo?
Ogni volta, il processo creativo è diverso. È qualcosa di nuovo, di sorprendente.
È una sorta di disposizione d’animo, di finestra sul Possibile.
Quello che non cambia mai è invece la fase di ricerca, perché voglio sempre offrire una patina di reale, o di quantomeno realistico, a tutto ciò che scrivo. La fantasia può correre libera, ma solo in un secondo momento.
Ti va di parlarci dei tuoi libri?
Gli insetti – Sinfonia in tre movimenti – è l’ultimo romanzo, con sfumature paranormal ma profondamente reale, intimo e psicologico, ed è uscito a maggio 2024 per Delrai Edizioni. È un testo ironico, profondo e doloroso (sì, tutto insieme!) che ha visto la luce solo dopo anni in cui ha vissuto nel famoso Cassetto delle Storie Probabili. Era arrivato finalista al Torneo IoScrittore (GeMs) e al Premio Libromania-De Agostini, ma non riuscivo a concedermi di lasciarlo davvero andare. Adesso, sono felice di averlo fatto, di aver regalato a Marcus, lo scrittore protagonista, una possibilità per guardare in faccia i propri blocchi, i propri limiti… e i propri ricordi.
Prima de Gli insetti, sono stata la “mamma” di Rya, antieroina della saga distopica ad ambientazione medievale RyaSeries (Fracture, Sacrifice, Deception e Awaken), uscita sempre per Delrai Edizioni e che mi ha regalato soddisfazioni incredibili: scrivere di Rya mi ha permesso di crescere insieme a lei, di indagare la condizione della donna e di puntare il dito contro il marcio della società di oggi, celata sotto l’egida di un medioevo reale che funge da specchio per ognuno di noi.
Con Il furto dei Munch (La Corte Editore) mi sono avventurata nel mondo del mercato nero e dell’arte. Il romanzo, che trae spunto da un reale fatto di cronaca (il furto de L’urlo e de La Madonna di Edvard Munch, avvenuto ad Oslo nel 2004), ha rappresentato la mia prima incursione del genere giallo. E non è detto che, un giorno, non possa arrivare un “Munch2”…
Come scegli i temi e i personaggi dei tuoi scritti?
Temi e personaggi “arrivano”, spesso già con il proprio personale bagaglio di emotività e. Mi piace trattare di personalità complesse, rotte, ferite, piene di chiaroscuri, di un’alternanza costante di luci e ombre.
C’è un messaggio o un tema principale che cerchi di trasmettere attraverso le tue opere?
Il tema credo sia proprio la crescita personale, la realizzazione di sé, il superamento delle maschere e delle falsità che ci portiamo dietro ogni giorno, dei piccoli e grandi traumi che ci hanno resi quelli che siamo.
Qual è il rapporto con i tuoi lettori?
Adoro il confronto arricchente con i lettori, le chiacchiere, il rapporto che, anno dopo anno, romanzo dopo romanzo, si crea e permane. Le fiere sono il momento dell’anno in cui tutto questo diventa possibile. Cerco di essere attiva quanto basta sui social (su Instagram, per lo meno), ma da ectoplasma non funziono benissimo.
Qual è stato il momento più significativo della tua carriera di scrittrice?
Ogni traguardo raggiunto ha rappresentato un momento significativo ma, per indole… sono sempre in attesa del “momento successivo”.
Come riesci a far combaciare il tuo tempo tra la scrittura e gli altri aspetti della tua vita quotidiana?
Procedono in parallelo! Non riuscirei ad immaginare una quotidianità diversa!
Hai qualche rituale o abitudine particolare che segui prima di metterti a scrivere?
Rituali veri e propri no… Come ti dicevo, però, sono ossessionata (nel senso buono!) dalla fase di documentazione e dalle ricerche. Quando mi accorgo che una nuova Idea sta prendendo forma nella mente, divento anche molto settoriale per quanto riguarda le mie letture e le esperienze che decido (ehm… pianifico) di vivere.
Quali sono i tuoi obiettivi futuri come scrittrice?
Probabilmente, nel corso del prossimo anno usciranno due nuove storie… ma ancora non ti dico nulla, per scaramanzia.
Perché i lettori dovrebbero leggere i tuoi libri?
Perché potrebbero ritrovarsi. Potrebbero leggere di sé, o di parti di sé. E perché ogni libro è un viaggio: è bello pensare di affrontarlo insieme!
Chi è il tuo autore o autrice preferita?
Al momento, sto vivendo una cotta per Romy Hausmann.
Qual è il tuo libro preferito?
Il Conte di Montecristo. A mani basse.
Grazie Barbara per essere stata con noi. Buona vita.
Grazie a voi per questa chiacchierata!
Continuate così e… ci leggiamo prestissimo!
Grazie di cuore, ragazze, per aver festeggiato il mio compleanno… in questo modo!
Grazie Grazie!
Ci vediamo… alla prossima lettura!