Ciao Alastor, benvenuto su NeroGroviglio.
Prima di tutto ti andrebbe di raccontarci un po’ chi sei nel privato, prima di essere uno scrittore?
In realtà sono un operaio metalmeccanico. O meglio, è questo ciò che faccio per sostentarmi. Sono padre di due figli, marito di una moglie con una pazienza infinita e, quando mi rimane tempo e sufficiente energia, invento e racconto storie. Inutile dire che mi piacerebbe moltissimo potermi sostentare con quest’ultima attività e sto seguendo un piano a lungo termine per arrivare proprio a questo obiettivo
ma, per il momento, le cose stanno così.
Qual è stata l’ispirazione che ti ha spinto a diventare scrittore?
Innanzitutto la voglia di cimentarmi con lo scrivere. Ho iniziato senza alcuna abilità se non quella dell’inventare storie. Mi sono reso presto conto che quella scintilla non era minimamente sufficiente per giocare questo campionato. Attraverso i social media mi sono messo in gioco in vari gruppi e ho scoperto che le mie abilità erano insufficienti. Necessitavo addirittura degli strumenti base. Lì è iniziata la mia voglia di capire e imparare. Manuali, corsi, letture specifiche, crescita personale. È quello il momento in cui ho appreso che questo percorso non avrebbe mai avuto una fine. Bello no? Potrò continuare all’infinito a fare e migliorare ciò che mi piace!
Quali invece sono sono state le tue influenze letterarie?
Ho iniziato leggendo le avventure di Sherlock Holmes, poi sono passato al fantasy col Signore degli Anelli, poi con Harry Potter, le Cronache di Narnia e via dicendo. Ho letto diversi libri di Stephen King e molte cose sia di Edgar Allan Poe e di H.P. Lovecraft. Però mi sono reso conto che poco di quello che oggi vende e funziona con le nuove generazioni contiene le stesse tecniche di scrittura che ho trovato nelle favolose storie sopra elencate. Non fraintendermi, non intendo dire che queste storie siano obsolete. Anzi, hanno molto da insegnare e da raccontare anche alle nuove generazioni. Ma gli stili di scrittura con cui sono raccontate attrae sempre meno i nuovi lettori. La scrittura è in continua evoluzione e piaccia o no, è necessario prenderne atto.
Qual è il tuo processo creativo quando scrivi qualcosa di nuovo?
Per prima cosa mi chiedo chi saranno i miei lettori. Quando scrivo una storia la scrivo per loro. Loro sono il centro del mio universo. Loro sono il motivo per cui scrivo. Scelgo cosa raccontare e come raccontarlo solo in funzione di chi voglio che mi legga. Quindi sì, è poco romantico e decisamente poco magico ma inizia tutto con una banale ricerca di mercato. Chi dovrà leggere la mia storia? Che genere gli piace? Che programmi tv o contenuti in streaming guarda? Quanti anni ha? Che livello di istruzione ha? Lavora? Può decidere autonomamente che letture acquistare o devo superare un filtro? (Genitori, fratelli maggiori, sorelle, ecc…)
Insomma comincia tutto da qui. Solo una volta selezionati i miei potenziali lettori, allora decido cosa scrivere. Poi creo i personaggi e i loro Background cercando di aderire il più possibile alla personalità dei miei lettori. Il perché è molto semplice. Li aiuterà ad immedesimarsi e mi renderà più semplice mantenere il patto che stringerò con loro all’inizio della lettura. Poi creo gli archi di trasformazione dei personaggi e di concerto costruisco i primi elementi di worldbuilding in modo che risultino coerenti con i personaggi e le loro storie. Infine mi dedico a tutti i dettagli che servono a rendere il mondo narrativo vivo e reale. Infine canovaccio con una trama abbozzata e poi scaletta dei capitoli per intensificare la trama, renderla più avvincente e costruire i colpi di scena grazie ad artifici d’intreccio costruiti appositamente.
Infine mi dedico alla prima stesura e lascio tutto in pasto ai miei alfa lettori.
Poi seconda stesura.
Beta lettori.
Terza stesura e infine lavoro con l’editor.
Tutto questo sia che voglia pubblicare con una CE (Ovviamente selezionata tra quelle che si rivolgono al target che ho individuato all’inizio) oppure che io opti per l’autopubblicazione.
Ti va di parlarci dei tuoi libri?
I miei libri attualmente sono fuori catalogo e ancora sotto contratto, quindi non sono reperibili se non in rare copie trovabili sul web o tra qualche raro mercatino dell’usato. Inoltre sono qualcosa che attualmente reputo illeggibile. Non è falsa modestia o altro. Semplicemente ho studiato e sono cresciuto molto da allora. Al momento sto scrivendo ben due nuovi romanzi e con le mie nuove e avanzate competenze la trovo una cosa tutt’altro che facile e veloce. A parte alcuni racconti che sono arrivati a podio in ben 3 antologie, non c’è nulla in giro che sia scritto dal nuovo me.
Come scegli i temi e i personaggi dei tuoi scritti?
A questo ho risposto prima soltanto in parte. La ricerca di mercato serve per scovare i lettori adatti alle storie che vorrei raccontare. Però se mi chiedi cosa prediligo… Sono solitamente temi adatti a persone adulte e che riescono a digerire e comprendere scene di crudeltà umana, di schiavitù e che hanno confidenza con il tema della morte. Non fraintendermi, alla fine sono tutte storie che insegnano qualcosa e che in qualche modo tirano fuori sia dai personaggi che dai lettori, qualcosa di buono.
C’è un messaggio o un tema principale che cerchi di trasmettere attraverso le tue opere?
Parlo spesso della genitorialità, di cosa significhi dare la vita, toglierla, di cosa sia il sacrificio. Inoltre mi piace approfondire tutte le relazioni interpersonali che possono esistere tra i personaggi. Mi sono messo nei panni di così tante persone che a un certo punto mi sono ritrovato a mettere in discussione anche le mie credenze e i miei ideali. Dovreste provare tutti una volta a uscire dalla vostra pelle in modo completo e senza pregiudizi di partenza. È un’esperienza illuminante.
Qual è il rapporto con i tuoi lettori?
I miei lettori bene o male mi conoscono tutti. La maggior parte di loro anche dal vivo. Non è che siano moltissimi, intendiamoci. Al momento i libri che ho scritto vantano qualcosa come due migliaia di copie vendute tra cartacei ed e-book. Ad ogni modo ogni tanto spunta fuori qualche nuovo lettore che mi fa una recensione o mi chiede qualcosa attraverso i social e io sono sempre ben contento di rispondere e di fare amicizia. Negli ultimi due anni non ho scritto quasi nulla per motivi personali e di salute e penso che i miei lettori mi odino un po’ per questo. E li capisco. Non sono nemmeno certo che se pubblicherò ancora, acquisteranno il nuovo prodotto.
Diciamo pure che la mia prossima pubblicazione sarà come un nuovo inizio. Mi aspetto di trovare tra i lettori alcune facce note ma soprattutto nuovi entusiasti lettori.
Qual è stato il momento più significativo della tua carriera di scrittore?
Sono stati molti i momenti significativi. Ma i più utili sono state le sportellate in faccia che ho preso proprio dai miei lettori. Alcuni li ho persi. Altri, più stoici e curiosi, hanno seguito la mia crescita eh il mio cambiamento. Altri ancora sono diventati amici e validissime risorse per i miei brainstorming e le beta letture. Diciamo pure che i momenti significativi sono quelli in cui si riesce a creare un legame. Non i soldi, non le vendite, non l’autocelebrazione, non i vari pasti che si fa il mio ego quando arriva una recensione positiva. Tutto molto bello, sì. Ma inutile se non si crea un legame di risonanza con un lettore.
Come riesci a far combaciare il tuo tempo tra la scrittura e gli altri aspetti della tua vita quotidiana?
Semplice. Non ci riesco. È il motivo per cui sono poco prolifico. Vorrei. Mi piacerebbe moltissimo.
Il mio lavoro tuttavia mi leva molte energie e i miei figli e la famiglia in generale si prendono il resto. Ci sono momenti in cui ho davvero voglia e tempo per scrivere e sono quei pochi momenti in cui creo tutto il possibile e do il massimo per avvicinarmi alla fine dei miei progetti. Vorrei che questi momenti fossero più numerosi e più lunghi ma ho imparato a non farmi aspettative troppo alte. Il rischio è quello di rimanere delusi e perdere fiducia nel poco carburante che ho a disposizione. Invece ho imparato a utilizzarlo e dilazionarlo equamente in modo da averne sempre un po’ a disposizione.
Hai qualche rituale o abitudine particolare che segui prima di metterti a scrivere?
Più che un rituale ho stilato una serie di regolette che mi mettono a mio agio.
-Devo avere almeno 1 ora di tempo a disposizione. Se ne ho meno, non mi ci metto neanche.
-Non devono esserci fonti di disturbo. Amo il silenzio e la pace quando scrivo. Nemmeno la musica. Niente. Solo io e il mondo che sto creando.
-Deve essere prima mattina. La mia mente è riposata, è veloce e flessibile, è più ricettiva all’ispirazione che giunge dall’esterno.
Quali sono i tuoi obiettivi futuri come scrittore?
Col tempo e l’esercizio vorrei diventare un professionista della scrittura.
Perché i lettori dovrebbero leggere i tuoi libri?
Perché li ho scritti esattamente per loro! Che domande… I miei libri non sono per tutti. E forse non sono neanche per molti. Ma le persone che avevo in mente quando li ho scritti troveranno sé stesse in ogni parola ed esploreranno parti di loro a cui forse non hanno mai prestato attenzione.
Chi è il tuo autore o autrice preferita?
Si tratta di una domanda a cui non so risponderti con precisione. Ho amato diversi autori e diverse storie. Però, come dicevo, la scrittura sta cambiando e ho trovato qualche perla rara che ho adorato anche tra gli autori odierni. Sia tra coloro che sono stati pubblicati tra grandi CE che tra coloro che si cimentano con l’autopubblicazione. Se devo per forza farti un nome, mi piacciono moltissimo i romanzi facenti parte della saga dello Stargarden Universe del collettivo capitanato da Eva Fairwald.
Qual è il tuo libro preferito?
In questo rimango ancora ancorato al passato. Mi è piaciuta moltissimo la trilogia del signore degli anelli. Forse il mio primo amore, letto la prima volta alle scuole medie su consiglio di un mio compagno di classe il quale coltivava lo stesso interesse che avevo io per il fantasy e i giochi di ruolo. Non dico che non esistono libri migliori. Ma solo che nessuno è stato in grado di regalarmi le stesse emozioni che mi ha dato la trilogia del signore degli anelli all’età e nella situazione personale in cui mi trovavo allora.
Grazie per essere stato con noi. Buona vita.
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